Cereali

La leggenda del grano


Il grano è una pianta coltivata dalla più remota antichità per l’alimentazione dell’uomo. L’origine di questa graminacea fonda le proprie radici più nella leggenda che nella storia. C’è chi ritiene le sue origini egiziane e chi lo crede nato nell’Asia occidentale, sulle rive dell’Eufrate, dove è stato rinvenuto allo stato selvatico. Le circa 1.700 varietà esistenti rendono possibile la sua crescita in terreni e stagioni diverse. È come dire che ogni
uomo e ogni terra del mondo ha diritto al suo grano. Nelle ritualità agresti il grano è un elemento centrale d’interesse. Su di esso convergono tutte le cerimonie atte a propiziarsi la fecondità della terra. Il riflesso mitico del decadere e del risorgere della vegetazione, oltre che nel culto di Dioniso, si trova, con esplicito riferimento al grano, nel mito greco di Demetra e Persefone, nell’interpretazione poetica di Omero. La dea delle messi, Demetra, aveva una figlia di nome Persefone, avuta dal dio Zeus. Un giorno, mentre la giovinetta «stava
raccogliendo rose e gigli in un fresco prato, la terra si spalancò e Plutone, re dei morti, uscendo fuori dall’abisso, la rapì sul carro d’oro per farla sua sposa e regina del tenebroso mondo sotterraneo». La madre, «in un manto nero di lutto», la cercò invano «per terra e per mare». Sconvolta dal dolore e dall’ira, Demetra dispose che i semi di grano non germogliassero più sulla terra, minacciando l’Olimpo di non far crescere mai
più frumento. Zeus, allora, per calmare il suo dolore le fece restituire Persefone, col patto però, che per due terzi dell’anno restasse con la madre e per l’altro terzo con lo sposo Plutone negli oscuri meandri dell’Averno. E così, secondo la tradizione mitologica, grazie a questo compromesso fu restituita all’uomo la possibilità di coltivare il grano almeno una volta l’anno.

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